Emozioni 2.0: le emoticon

Posted By Alba Barbieri on Dic 31, 2017 | 0 comments


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Con i nuovi mezzi di comunicazione, il linguaggio ha subìto dei cambiamenti significativi. Con la diffusione degli SMS, si è cominciato ad abbreviare le parole e a sintetizzare il più possibile, tutto ciò a causa del numero limitato di caratteri per ogni messaggio da inviare. Ma la comunicazione non è fatta solo di parole e di testo, bensì anche di espressioni facciali, linguaggio del corpo, emozioni. Per colmare questa mancanza di espressività durante la comunicazione a distanza, sono state introdotte nel 1982 dall’informatico statunitense Scott Fahlman le ormai note “emoticons”. Questa è la definizione data dal vocabolario Treccani:

emòticon s. m. [dall’ingl. emoticon, comp. arbitrario di emot(ional) icon «icona delle emozioni»]. – Piccola immagine (o icona), spesso ottenuta combinando segni di punteggiatura (parentesi, punti, punti e virgole, ecc.), che nei messaggi di posta elettronica e negli SMS viene usata per dare un’idea dello stato d’animo del mittente; è detta anche faccina o, all’ingl., smiley.

Fahlman creò queste prime due emoticon : – ) e : – ( per indicare rispettivamente un’espressione di felicità e una di tristezza, proponendole per la prima volta in un documento online, presso l’università americana Carnegie Mellon dove egli è tutt’ora professore di informatica.

Questo nuovo modo di comunicare, si differenzia tra Occidente ed Oriente, infatti le emoticon sono tipiche dello stile occidentale; esse sono delle faccine stilizzate che vanno “lette” ruotando la testa di 90 gradi a sinistra. Le kaomoji invece, fanno parte dello stile orientale e possono essere interpretate senza inclinare la testa; esse sono costruite con lo stesso metodo delle emoticon, ovvero utilizzando caratteri della tastiera e punteggiatura. Per esempio, una kaomoji che rappresenti felicità è (^_^) dove le parentesi delineano il volto, i due accenti circonflessi gli occhi e il trattino basso la bocca.

Dato che le emoticon e le kaomoji sono entrate a far parte del modo di comunicare delle persone, esse sono state integrate nei sistemi di messaggistica istantanea, ovvero nelle chat, e nelle tastiere dei dispositivi mobili. Non è più necessario crearle digitando i vari caratteri di cui sono composte, poiché esse sono delle vere e proprie immagini pronte ed utilizzabili come un qualsiasi altro carattere. Il vocabolario Treccani così definisce una emoji:

emoji s. f. o m. Piccola icona a colori usata nella comunicazione elettronica per esprimere un concetto o un’emozione. Trascrizione nell’alfabeto latino del vocabolo giapponese 絵文字, emoji è composto dai sostantivi e (‘immagine’) e moji (‘carattere, lettera’).

Questo nuovo modo di comunicare è stato introdotto non solo per rappresentare l’emotività di un messaggio, ma anche per esprimere velocemente con pochi caratteri (emoticon o kaomoji) o addirittura con un solo simbolo (emoji), gli stati d’animo, che sono molto più difficili ed onerosi da descrivere a parole. 🙂

 

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