Da handwriting a typewriting

Posted By Alba Barbieri on Gen 6, 2018 | 0 comments


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Il termine inglese “handwriting”, in italiano “grafia”, indica il modo in cui vengono rappresentate le lettere e le parole nella scrittura a mano. Con l’introduzione delle tastiere, di sempre più frequente utilizzo, si parla più spesso di “typewriting”, “dattilografia”, ovvero una modalità di scrittura che avviene attraverso l’utilizzo di una macchina da scrivere o, più semplicemente, una tastiera, battendo le dita sui singoli tasti per digitare le lettere.

L’utilizzo di tastiere non è una novità, ma ad oggi è quasi impossibile non avere a che fare con una tastiera quotidianamente, poiché esse fanno parte di oggetti che usiamo tutti i giorni, come i personal computer, gli smartphone e i tablet.

Ma scrivere utilizzando uno strumento molto diverso da carta e penna, può influire sulla funzionalità del cervello? L’handwriting e il typing sono due tecniche di scrittura molto differenti, che mettono in gioco abilità diverse; la scrittura a mano implica un’attività motoria specializzata, nella quale una mano effettivamente è impegnata nella scrittura, impugnando una penna, e l’altra funge da ausilio, tenendo fermo il foglio su cui si sta scrivendo. Con questo metodo, l’attenzione di chi scrive è totalmente focalizzata in un punto preciso ovvero su ciò che scrive sul foglio. Con il typewriting, invece, entrambe le mani sono impiegate ugualmente nella digitazione delle lettere e l’attenzione di chi scrive è rivolta non al movimento delle mani ma allo schermo dove appaiono le lettere effettivamente scritte. Inoltre, per digitare una lettera non è necessario utilizzare uno specifico dito o movimento, quindi si perde la capacità di compiere quei movimenti precisi tipici della motricità fine.

L’apprendimento della scrittura è fondamentale durante l’infanzia, poiché in questa fase il cervello è dotato di molte più connessioni nervose che, venendo stimolate, si consolidano nel tempo. Il cervello umano è plastico, ovvero ha la capacità di modificare le proprie funzionalità in base all’attività dei neuroni dovuta a degli stimoli; sostituendo completamente la scrittura a mano con quella a tastiera, verrebbero meno alcune connessioni nervose con una inevitabile conseguenza di riduzione delle nostre capacità di interazione sensoriale verso l’ambiente esterno.

Gli effetti positivi dell’apprendimento della scrittura a mano durante l’infanzia, si riflettono anche durante l’età adulta della persona. Un esperimento condotto negli Stati Uniti e presentato nell’Educational Summit di Washington del 2012, ha mostrato come l’aver appreso la scrittura a mano, influisca positivamente su tutte le “writing skills”; per esempio, è migliore la qualità dei testi prodotti, si acquisisce una maggiore fluidità comunicativa e una buona scorrevolezza di lettura, una produzione scritta più ricca ed una migliore padronanza dell’ortografia.

È stato inoltre dimostrato che la scrittura con carta e penna permette un migliore apprendimento di ciò che si scrive, rispetto alla scrittura a tastiera; per esempio, prendere appunti a mano porta ad una maggiore comprensione concettuale, con la conseguente memorizzazione più efficace.

In conclusione, meglio l’handwriting o il typewriting? La verità sta nel mezzo, forse ogni tanto vale la pena usare le care, vecchie e pratiche carta e penna.

 

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