Instagram, perché è considerato il social network più dannoso?

Posted By Luca Sciocchi on Gen 1, 2018 | 1 comment


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Secondo uno studio (#StatusOfMind) condotto dalla Royal Society Public Health (RSPH), Instagram risulta essere il social network più dannoso. Ecco perché!

Il sondaggio, condotto quest’anno nel Regno Unito, ha coinvolto 1479 soggetti con un’età compresa fra i 14 e 24 anni. È stato scelto questo range di età perché rispecchia il target più attivo sulle varie piattaforme digitali. Il focus era quello di analizzare i social network più utilizzati con lo scopo di capire se questi potessero interagire, positivamente o negativamente, in qualche modo con la nostra salute e sul nostro star bene. I social network passati sotto la lente d’ingrandimento sono Facebook, Instagram, Snapchat, Twitter e YouTube. Il sondaggio consisteva in quattordici domande che valutavano, attraverso alcuni fattori, se i social network comportassero miglioramenti o peggioramenti sulla nostra salute. La scala prevedeva un punteggio che va da -2 (pessimo), passando da 0 (neutro) a +2 (migliore).

I 14 parametri valutati sono i seguenti:

  1. Consapevolezza e comprensione di esperienze vissute da altre persone sulla salute
  2. Accesso a informazioni sanitarie di esperti di cui sai di poterti fidare
  3. Supporto emotivo
  4. Ansia, preoccupazione o disagio
  5. Depressione
  6. Solitudine
  7. Sonno: qualità e quantità
  8. Espressione dei propri sentimenti, pensieri o idee
  9. Identità personale
  10. Immagine che si ha del proprio corpo
  11. Relazioni con il mondo reale
  12. Community building (sentirsi parte di una comunità che condivide interessi comuni)
  13. Bullismo
  14. FoMO (Fear of Missing Out)

Instagram, per chi non lo sapesse è un social network in cui la comunicazione primaria è quella visiva, infatti permette di condividere immagini, selfie, ecc..

Dallo studio si può osservare che Instagram è stato valutato negativamente per quanto riguarda la depressione, la paura di sentirsi esclusi (FoMO), il bullismo e l’ansia. Il social network sviluppata da Kevin Systrom e Mike Krieger risulta essere anche fonte di una pessima qualità e quantità del sonno. Le conseguenze? Sono da ricercare nel nostro stato fisico e mentale: spossatezza, sonnolenza diurna, poca concentrazione nelle attività giornaliere, incremento della possibilità di commettere errori in compiti complessi e depressione.

Un’altra problematica evidenziata dallo studio è quella del rapporto con il proprio corpo. Il 70% degli utenti afferma che l’uso di Instagram possa creare difficoltà con l’immagine della propria immagine. Altre conseguenze direttamente correlate sono la perdita di autostima, una diminuzione del senso di soddisfazione personale.

 

Nel report #StatusOfMind viene ribadita la nocività di un uso eccessivo dei social, in particolare di Instagram:

Research suggests that young people who are heavy users of social media – spending more than two hours per day on social networking sites such as Facebook, Twitter or Instagram – are more likely to report poor mental health, including psychological distress (symptoms of anxiety and depression). Seeing friends constantly on holiday or enjoying nights out can make young people feel like they are missing out while others enjoy life.

Nel report della Royal Society for Public Health vengono suggeriti anche alcuni consigli da implementare sui vari social network. Un esempio che viene fornito è quello di introdurre uno strumento che, monitorando l’attività dell’utente, emette un pop-up nel caso in cui l’utilizzo potesse diventare potenzialmente dannoso. Sarà poi l’utente a decidere se proseguire a fruire della piattaforma digitale o disconnettersi.

Secondo lo studio, però, il 30% dei giovani preferirebbe un intervento più deciso, in cui l’azione del social network non si limitasse ad un semplice avviso, ma intervenisse in maniera attiva, disconnettendo l’utente dal social una volta violato un livello massimo considerato dannoso.

 

Per saperne di più:

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